venerdì 26 novembre 2010

Dedicato a Palmira Berlani Strasky

Quando i nonni vanno in cielo diventano delle splendide farfalle che volano tra i fiori per dare gioia ai bambini.........................................................




C’era una volta una splendida farfalla che volava libera in cielo, si chiamava Mira.
Aveva una missione speciale, quella di portare gioia ai bambini del mondo.
Volava, volava senza stancarsi mai….nei giardini delle scuole, sui davanzali delle finestre degli ospedali..e quando i bimbi la vedevano, sorridevano felici.
“Guarda che splendida farfalla”esclamavano
Alcuni provavano a prenderla e correvano felici con il retino in mano

Le sue ali sembravano d’oro, ed un po’ era vero, perché quando c’era troppa tristezza, lanciava una polvere magica di colore giallo:La polvere del sorriso.

Non si stancava mai, ma pensava sempre ai suoi nipotini che aveva lasciato sulla terra.

Chissà che cosa fanno, saranno felici?Questo era il suo cruccio maggiore.

Ma purtroppo non poteva vederli,questa era la regola.

Passarono alcuni mesi di voli e lanci di polverina che il mondo dei bambini sembrava essere più felice, ed allora la regina delle farfalle decise di dargli un premio.

Era la notte di Natale e la regina chiamò la farfalla Mira.

Questa notte – le disse- ti meriti un premio, potrai vedere i tuoi nipotini.

Mira che era una farfalla sorridente, sbatteva le ali dalla gioia e partì subito per il suo viaggio.
Arrivò alla casa dei suoi bambini la Notte di Natale,era quasi mezzanotte.
Li vide subito con il naso appicciacato al vetro della finestra.
E pensò-che aria triste che hanno.
Andò più vicino e vide che la casa era tutta in festa, c’era l’albero con le luci, tanti pacchetti luccicanti, il camino acceso.

Pensa che ti ripensa disse-ho capito perché non sono felici, non c’è la neve!!!!!!

Allora iniziò a sbattere forte le Ali e la neve come per magia iniziò a scendere con grandi fiocchi bianchi ed in poco tempo ricoprì tutto…
Ma loro erano ancora tristi
La farfalla non capiva…non mancava niente alla magia del Natale

Iniziò a sbattere forte le ali, e fece cadere una polverina di millecolori sopra la neve.La polverina della gioia che usava solo nei casi più difficili.
Ma ancora niente…..i suoi bimbi erano tristissimi.

Una lacrima caddè dal volto di Mira….e subito si trasformò in un laghetto ghiacciato…..e poi un’altra scendeva e apparve un grande abete con le candele accese che sembravano stelle.
Ne caddè ancora una e sotto l’albero apparvero due paia di Pattini con la lama luccicante.
I bambini uscirono di casa esterrefatti.
Il sorriso era sui loro volti.
Corsero verso l’albero si infilarono i Pattini e subito si misero a volteggiare sul laghetto ghiacciato di polvere magica.

Mentre ruotavano e saltavano gli sembrò i sentire il profumo e l’abbraccio della loro nonna.

Erano felici e la magia del Natale si era compiuta anche questa volta grazie ad una farfalla.

venerdì 5 novembre 2010

Cose

Ci sono momenti in cui vorresti dire tante cose......ma preferisci il silenzio.
Ci sono dolori che accetti soltanto se portano ad un cambiamento.
Le parole possono farti toccare le stelle....ma anche cadere.
Ancora un minutino...

venerdì 8 ottobre 2010

Il sogno

Sono in ufficio...e non so come fare.
Ho una lezione, mi stanno aspettando....ma ho una gran voglia di piangere.
Sto cercando di buttare giù come si fa con un cibo che dobbiamo ingoiare per forza, ma sento gli occhi che si gonfiano di lacrime calde.
Ora scendono una dietro all'altra.
Apro la mail e guardo la posta...stanotte ti ho sognato e non volevo smettere mai.
Ho aperto gli occhi e li ho subito richiusi cercando di tenerti con me.
Immagini nitide, ma sono stanca..stanchissima.

giovedì 15 luglio 2010


Camminare sull'acqua, rappresenta la felicità, un momento di dolcezza, sentirsi sfiorare dal mare, e poi, togliersi i vestiti, tuffarsi nell'acqua e nuotare per arrivare lontano.
Voglio ricordarti con la dolcezza del tuo sorriso e dedicarti questi passi.

mercoledì 19 maggio 2010

La zia Lina

Questa storia non nasce da un cammino, ma da tutti quelli che ho fatto fino ad oggi. Sono le cinque del mattino e mi sono alzata con la voglia di scrivere qualcosa su una persona che ho amato molto:la zia Lina.
Lei abitava a Livorno, e il lunedì quando la nostra pasticceria era chiusa andavamo spesso a trovarla.
Bella, con gli occhi scuri e i capelli grigi come la nonna, molto distinta e amante della lettura. Bravissima a cucinare.
Portava al collo una catenina di oro bianco un po’ lunga con una perla. Vestita di rosa al matrimonio di mia sorella, con un colore che solo alcune donne possono portare. Due giri al collo di una collana di granati. Perfetta.
Quando ero piccola il sabato mi portava con lei e lo zio nella casa di campagna di Libbiano.
Leggevamo e parlava con me come se fossi grande. Aveva una scatola di latta come quella che ho spedito ad Angiolo, piena di biscotti buoni quadrati e rotondi….ed io ne cercavo sempre un tipo con lo zuccherino sopra…tipo il biscotto Doria con il buco.
Erano buoni con il latte.
Cavoli sono arrabbiata….sono le cinque di mattina e sono qui sul divano e mi metto a piangere.
Mi manca. Perché stamani ci penso.
Ieri sera il programma non era questo, volevo dormire fino alle sette e trenta e poi accompagnare Tommaso a Pontedera che entra a scuola un’ora più tardi.
Ma ieri sera non ho cenato e la pancia ha mugolato tutta la notte, ed allora quel movimento di contrazione dello stomaco che faccio ogni tanto mi ha fatto venire in mente lei, perché mia madre dice che in questo le somiglio, anche quando parlo e muovo le mani. Sarebbe contenta di sapere che ho ripreso a scrivere. Ogni volta che veniva a Peccioli mi portava un libro, solo una volta mi ha regalato una bambola di cencio con le gambe lunghe ed un borsellino fatto a coccinella.
Li vorrei stringere come stringo il maglione blu.
L’ultima volta che l’ho vista è stato dopo un mese dal matrimonio di Lida.
Arrivò a casa di sabato, io ero da sola, avevo un vestito rosso a quadrettini…faceva molto caldo e lo tenevo sbottonato sul retro aperto sulla schiena…fino allo slip del costume….stavo per partire per l’Argentario.
Aveva portato i calamari freschi. Ci mettemmo a pulirli…mi aveva regalato un libro di Italo Calvino:Il sentiero dei nidi di ragno…che però avevo già letto.
Mi disse che me lo avrebbe cambiato.
Era triste, profondamente.
………..
La settimana dopo ero al mare a Castiglioncello, il primo giorno di vacanza, tutti insieme per un mese…in pasticceria c’erano i lavori di restauro.
Ci cercarono…oddio…la zia era morta.
Ma come, era partita per andare in vacanza con il treno…ci doveva essere un errore…dove?
Era i 2 agosto e lei era seduta in sala d’aspetto .....andava a Brunico.
Chissà se aveva il vestito bianco, sicuramente faceva le parole crociate, stanca ed annoiata.
Disintegrata nel corpo, il mio babbo la cercava tra tutti i morti ma non la trovava….non era lì, era meglio non vederla.
Il ricordo è amaro.
Vorrei averla qui e dirle nell’orecchio una cosa…quella cosa
Ho messo una sua foto al cimitero accanto a quella della nonna Amneris…la foto del vestito rosa.
Anche se non è lì…io so che invece è proprio lì tra quelle braccia.
Mi sono ricordata proprio ora che ho uno scialle di lana che ha fatto lei…torno a letto e mi ci avvolgo…….

mercoledì 5 maggio 2010

A Pisa

Oggi pomeriggio sono andata a Pisa nello studio medico del Dottor Pisanò.
Avevo appuntamento alle 16....io puntuale, lui in ritardo. Nello studio non c'era nessun giornale, allora mi sono messa a leggere i volantini appesi al muro.
E' arrivata la figlia che mi ha portato un librone di frasi zen e immagini...per smorzare l'attesa.
Le ho lette tutte, ma nessuna che facesse al mio caso.....
Poi stasera in pasticceria....mi è venuto in mente che era passato un anno esatto dal mio Cammino di Santiago.
L'ultimo giorno arrivata all'ostello ero distrutta, i piedi mi facevano malissimo.......l'hospitalera dopo avermi registrato, mi ha fatto scegliere una carta da un mazzo, che da allora la tengo sempre con me.
C'è scritto Tu eres rey y pordieroso tu eres toda y nada

Ed è la frase che cercavo...nella vita puoi essere il re del tuo cammino o non puoi essere niente

venerdì 23 aprile 2010

Mr.Massimo

Lui ha un fazzoletto da collo che si annoda per pensare a lei...
la pensa quando alza le vele
la pensa quando dorme...e quando si sveglia
quando parla con me a notte fonda... per lui mattina
Emozioni simili.....fatte di silenzi
di cose dette e non dette
di mari in tempesta e di spiaggie bianche dove buttarsi stanco e farsi asciugare la pelle bruciata dal sole.
Di cieli stellati a guardare la luna seduto sulla prua della barca e aspettare che il mare arrivi a toccare le punte dei piedi...e risvegliarsi a quel brivido....
e come per magia basta un messaggio, una lettera...uno sgurado per capirsi e capire che nulla è cambiato...e guardandosi allo specchio vedersi felice.

giovedì 25 febbraio 2010

La mia nonna Amneris

Stamani ti ho pensato, quando da bambina ti sedevi nel panchettino in camera davanti allo specchio ed io ti scioglievo la treccia e ti pettinavo i tuoi capelli bianchissimi.
Mi ricordo i lineamenti morbidi del tuo viso e l'odore della tua pelle.
Il tuo viso bellissimo ed i tuoi occhi grigi come il mare nelle giornate nuvolose.
Il Soprabito blu che portavi nelle occasioni di festa, con un'eleganza tutta tua.
Ti ho amato e tu mi hai amato, ed insieme abbiamo amato il nonno burbero come il babbo, ma troppo buono...e lo sai mi adorava.
E' tanto che non piango, ma oggi ne ho proprio voglia....................

mercoledì 3 febbraio 2010

Il vestito blu


E' come infilarsi quel vestito blu che hai nell'armadio per la prima volta, lo hai tanto desiderato e ti piace da morire...ma non te lo sei mai messo.
Osi ...ti piace, ti sta bene, ma non ti senti perfetta.
Te lo togli lasciandotelo sfilare dai fianchi, cade a terra, lo prendi e lo rimetti con cura nell'armadio e sei certa che la prossima volta che lo indosserai ne apprezzerai la leggerezza, la fattura, la morbidezza il colore... anzi ci metterai la spilla più bella della tua collezione...

sabato 30 gennaio 2010

La grande quercia 28 Gennaio


Ho camminato in un bosco di quercie dopo tanti giorni di attesa.
Ero tranquilla, la mattina fredda.
Senza bastoncini l'equilibrio ero precario, le mani strette al petto.
I vialetti di rosmarino, e il profumo di inverno.
Ho visto una grande quercia, possente, mi è venuto voglia di abbracciarla.
L'odore della corteccia mi è entrato nelle narici e aspiravo forte per non perdere niente.
Ho guardato in alto e dalle foglie riuscivo a vedere il cielo azzurro di ghiaccio.
Sono partita per un viaggio pieno di ricordi e ad occhi chiusi ho ascoltato e il mare.....ma c'è una vita parallela fatta di traffico , e di telefoni che suonano........