Il teatro del silenzio è un luogo magico, tra le colline gialle di grano maturo,che si accende una notte, per una sola notte di luci variopinte di colori e di musica meravigliosa, della voce calda di Andrea Bocelli che esprime tutta la nostra terra e l'amore per essa.
Una notte...si espande, di vibrazioni che ti entrano nel petto, felice di farne parte.
E una fila di cipressi illuminati è come una canzone in un vecchio mangiadischi, che appena finisce, riascolti cento volte fino d averla imparata a memoria.
Andrea, conosce a memoria la sua terra, come le canzoni, e quel luogo rimane ad ascoltare la sua voce e gli fa festa aspettando nel silenzio la prima nota.
E' una sera calda di Maggio e sto percorrendo il Viale di Cipressi che porta a Lajatico.
Mi fermo un attimo e il vento profumato di ginestra mi fa ricordare di quando i miei bimbi erano piccoli e passavamo l’estate a Castiglioncello.
La cosa che amavo di più era portarli la sera verso le nove lungo la passeggiata con il sole che stava calando sul mare.
Li mettevo tutti e due nel passeggino, Nicolò aveva pochi mesi e Tommaso tre anni.
Partivamo da Caletta, la pelle bruciata dal sole della giornata trascorsa al mare, ed orgogliosa di quei due bimbi biondi mi avviavo verso la Punta Righini.
Incontravo sempre un gruppetto di suore che ci facevano tanti complimenti, le vedevo sparire piano piano con il loro vestito bianco, leggero di cotone, ed il copricapo che sventolava.
Mi sembravano bambine, con la pelle bianca ,senza rughe e il volto sereno e sorridente.
Era il loro momento di libertà e qualche volta le vedevo scendere sulla spiaggia, alzarsi la veste e mettere i piedi in acqua.
Mi facevano sorridere…
….Cammino e sulla destra posso vedere le colline di grano appena giallo, conosco il nome di tutti i poderi e mentalmente li chiamo per nome.
E immagino…la vita dura di chi li ha abitati prima che diventassero coloniche signorili.
Questa strada è fantastica di cipressi e querce, e poi..passo davanti alla casa che era del Dott. Ferrini il nostro veterinario.
E mi ricordo di quando, da bambina, con il mio babbo gli portammo da curare un setter di nome Cecca.
Il Dottore,un uomo meraviglioso, burbero ma nello stesso tempo dolce, elegante ma non lezioso, con due occhi azzurri da conquistatore……..
Arrivo in paese e mi siedo su gli scalini.
Mi fermo ad osservare una donna vestita di nero che entra in chiesa.
Gli sorrido e lei come se fossi una bambina, mi passa la sua mano tra i capelli…………..