martedì 30 settembre 2008

I Moricci e i suoi Cipressi




Parto dal fiume Era sulla strada che porta a Volterra e inizio il cammino che porta a Fabbrica.
La strada si chiama di Ripassaia ed è una bella salita con i cipressi che qua e là che gli fanno da cornice.
Sento distintamente l’odore del fiume, e delle ginestre.L’odore di quando andavo a pescare con il mio babbo con la bilancia e poi cenavamo tutti insieme con i pesci e la lampada a gas. E non so perché penso al mare…
Mi vedo seduta sul muretto di fronte alla spiaggia di Caletta, in una giornata di libeccio.
Era ormai l’ultimo giorno di vacanza, quando si è pronti per partire.
Indossavo un maglioncino di lana blu, di quelli che ti metti a fine estate per assaporare già l’autunno.
Il sole era ancora alto e il vento mi passava dai capelli corti ed io con una mano mi tenevo la faccia.
L’odore di salsedine nelle narici e la voglia di amare.
Tutto mi riporta a quei giorni, della spensieratezza e del ricordo
Quel piccolo tratto di mare rappresentava tutto il mio mondo.
Ero il mese di Giugno ed io ero al mare con i miei nonni.
Avevamo affittato una casa di fronte al panificio della Mina, una parente.
La casa era grande con un giardino non troppo curato .Aveva però un grande albero di nespole carico all’inverosimile.
Mi sedevo sul gradino della porta e lo guardavo incantata. I frutti erano dolcissimi.
I noccioli li tenevo in bocca per un po’ fino a che non diventavano amari e poi li tiravo nel giardino di fronte cercando di arrivare sempre più lontano.
I miei nonni avevano le loro abitudini e mi lasciavano molto indipendente, l’unica raccomandazione era quella di attraversare con attenzione l’Aurelia.
Al mare eravamo un bel gruppo di amici e quell’anno avevamo conosciuto tre ragazzi svedesi molto simpatici.
Passavamo le giornate sulla spiaggia sassosa sdraiati al sole.
Facevo lunghissime nuotate fino agli scogli.
Poi mi sdraiavo, aspettando che il sole mi asciugasse il costume e mi mettevo a guardare verso l’orizzonte.
Più tardi ripartivo verso la riva sempre a stile libero con bracciate poderose.
Una mattina, stavo per tuffarmi e notai su i miei scogli un ragazzo.
Lo notai perchè era seduto sul mio scoglio preferito e stava leggendo un libro.
Ma non era certo arrivato a nuoto perché era vestito.Infatti poco più in là ormeggiata alla boa c’era una barca a remi celeste.
Aveva in testa un cappello con una larga tesa.
Ero un po’ infastidita e incuriosita, ma decisi di tuffarmi lo stesso.
Non mi fermai come al solito ma feci sì che mi notasse.
Non era molto abbronzato, aveva l’aria da sognatore. Non lo so da che cosa lo dedussi, ma così mi sembrò.
Per un attimo incrociai il suo sguardo e lui mi sorrise.
Tornai a riva, tutti gli altri mi aspettavano per giocare a carte.
Dopo qualche ora, anche lui riprese la sua barca e tornò sulla spiaggia.
Volevo conoscerlo.
Mi avvicinai a lui e gli chiesi se poteva accompagnare sugli scogli con la sua barca i ragazzi svedesi che con l’acqua non avevano molta dimestichezza.
Lui mi guardò con un’ aria gentile e mi disse di si.
I ragazzi salirono ed io ancora bagnata mi rituffai in acqua e li seguii a nuoto.
Rimase con noi sugli scogli.
I nostri sguardi si incrociavano spesso.
Mi attraeva moltissimo come persona.
Era profondo, leggeva moltissimo e alle cinque del pomeriggio scompariva dalla spiaggia per tornare qualche ora più tardi.
Stavamo diventando amici.
Un giorno scherzando gli chiesi se gli piaceva Daniela una ragazza del nostro gruppo molto carina. Bionda con il caschetto.
Mi guardò dritto negli occhi e mi chiese se volevo sapere davvero chi gli piaceva.
Sentii un brivido partirmi dalla testa e correre giù per tutta la schiena.
Gli dissi che non lo volevo sapere e cambiai discorso.
Quell’inverno ci scrivemmo spesso, senza accennare mai a quel particolare.
Scoprii solo qualche anno più tardi, quando sul muretto di un paesino del pisano, una sera d’Agosto a notte fonda mi disse che a settembre sarebbe andato a Roma per studiare in seminario. Solo allora scoprii che nei pomeriggi d’estate, andava alla messa.
Adesso Ale è Fratel Benedetto, monaco all’Abbazia di Lerins in un monastero in Costa azzurra.
Ci scriviamo ogni tanto, ma ci sentiamo vicini.
Io gli voglio bene e quell’estate e le altre passate insieme sono dentro di me.Siamo lontani…ma molto vicini……
La salita è faticosa mi fermo a gurdare il fiume, c’è poca acqua.
Passo davanti al podere del Montagnani, mi stupisco nel vedere che nella stalla ci sono le mucche.
Sono molto stanca, mi fermo ancora.
C’è una poiana che vola proprio sopra la mia testa.
Amo tutto ciò che mi circonda, respiro profondamente e riparto.
Ripartire…..non è sempre facile











venerdì 26 settembre 2008

La strada delle Serre


Parto da Peccioli diretta versa la Madonna delle Serre,è lunedì, fa caldo.
Dopo una bella discesa, accompagnata dal profilo del paese di Peccioli sulla mia sinistra inizio la salita.Non è molta faticosa con qualche piano per respirare profondamente.
Dedico questo cammino all’amicizia…a quella tra donne.
Donne forti capaci di dare e poi forse se ne rimane di ricevere.
Donne capaci di collaborare, di dividersi i carichi,capaci di aprire il cuore a confidenze segrete.
Capaci di confrontarsi, ma mai di trattarsi male.
Donne alla ricerca di se stesse e di un cuore libero e puro.
Mentre cammino le vedo sorridenti mentre ballano ad una festa di fine estate.
Ne vedo una con un pancione enorme, per una bambina che sta per arrivare…
Vedo l’altra con una macchina piena di pupazzi , capace di donare sempre ad ogni costo.
Donne libere, con il cuore puro.
La telefonata al momento giusto ma anche il silenzio.
Capaci di ascoltare le mie storie d’amore tante e tante volte… senza mai dire “che palle”.
Donne dagli abbracci forti e per tutti quelli che ci siamo dati e ci daremo, vi dedico la mia strada che sale su questa collina che porta alla madonna delle Serre.
La collina dei ricordi di bambina, dove venivo con la mia nonna .
La collina che mi fa commuovere, quando guardo il panorama e nel verde dei campi i cipressi sembrano pennellate nere nel cielo azzurro.
E’ quasi buio, l’estate è alle porte, mi siedo al bordo della strada, guardo il telefono ma oggi come ieri non è arrivato nessun messaggio…